venerdì 25 giugno 2010

Soldati Romani nel V° secolo A.D.
















Mura di cinta con torri aggettanti proteggevano le principali città ed anche le grandi ville delle tenute agrarie si cingevano di difese che affidavano ai propri Bucellari , anticipando di fatto il sistema dei Feudi Medioevali.






 






























All'inizio del V° secolo A.D. l'immagine del militare romano è sostanzialmente molto simile a quella del secolo precedente. Le grandi " Fabbriche" di attrezzatura militare continuano a produrre i grandi scudi ovali sui quali sono dipinte le effige delle numerose tipologie di reparti. Gli elmi crestati di tipo romano-sassanide sono sempre presenti ma, nel contempo, quelli conici segmentati si diffondono maggiormente, soprattutto nei ranghi della cavalleria e nelle versioni più riccamente decorate. Le corazze  di maglia di ferro o scaglie di bronzo sono sempre prodotte ma si assiste ad una forte diffusione di quelle lamellari, forse anche in virtù della loro semplicità costruttiva .






























Elmi rotondi di semplice ma robusta fattura, composti da segmenti rivettati, fanno la loro comparsa, dotati quasi sempre di paranuca in maglia di ferro e sono adottati per lo più dalle fanterie .



















L'elmo dotato di cresta metallica e piume o crini di cavallo caratterizza i reparti di più alto rango o di guardia all'Imperatore .






























Dal tempo di Teodosio in poi le effigi e gli scudi con il simbolo della "P" e della "X" incrociate sono diventati il simbolo di questo nuovo Impero "Romano-Cristiano"






























Le truppe che seguono da vicino l'Imperatore chiamate "Candidati" vestono tuniche ed armi dal livello di decori in sintonia con quelle dell'imperatore stesso . Sono spesso di origine Germanica e portano lunghi capelli tagliati in una maniera che diverrà comune per tutto il Medio Evo, il viso è sbarbato in un momento storico che ricerca i persi valori estetici della Romanità .






























La cavalleria in questo secolo subisce una trasformazione rispetto a quella del secolo precedente : quella catafratta di tipo Partico, i Kontarii dalle cavalcature completamente corazzate, diminuiscono a favore di una cavalleria di media pesantezza che usa indifferentemente l'arco e la lancia da urto e si difende con armature di scaglia di tipo Sarmatico o lamellari .








































Quando il cavallo è protetto da una corazza, quest'ultima è spesso di tipo lamellare e lo ricopre solo anteriormente .



















La combinazione di un tiro di frecce per scombinare il nemico seguita da una carica a lancia in resta, risulterà una arma vincente che continuerà ad esistere per secoli, nell'Impero Bizantino .



















































Anche nella fanteria  l'aspetto dei reparti è tutt'altro che uniforme : reparti 
auxiliari di soldati protetti  alla leggera, od armati di asce piuttosto che altre 
armi derivate dalla loro provenienza etnica .



















































Nei territori dell'Egitto è frequente l'uso di materiali del territorio, come 
le scaglie di coccodrillo che costituiscono la lorica e l'elmo di questo ufficiale.





























Guerrieri Unni spesso compongono la guardia personale dei Comandanti 
Militari, costituita sempre di truppe a cavallo.






























La diffusione dell'arco nella cavalleria Romana caratterizza le truppe 
dell'Oriente .





























La diffusione delle difese lamellari e degli elmi conici segmentati nel proseguimento della seconda metà del secolo caratterizza l'aspetto di questo Comandante Romano :






























E di questi cavalieri Unni dei Buccellari del comandante Ezio :



O di questo comandante Goto al servizio dell'esercito imperiale :




















Anche il cuoio indurito e colorato si diffonde per le loriche degli ufficiali che mantengono così un aspetto decisamente classico e tradizionale.































Un arciere a cavallo romano affronta alla spada un cavaliere ostrogoto.       































Un cavaliere ostrogoto ha ucciso un soldato romano, dietro loro un cavaliere unno.




















Un cavaliere romano affronta un guerriero unno disarcionato.




















Un patrizio romano osserva il campo circondato dai suoi buccellari.















La flotta dell'imperatore Maggioriano..





















Un ufficiale di cavalleria unno buccellario imperiale.


















Un comandante goto, un draconario ed un ufficiale romano in osservazione.















Cavalleria di lancieri romani si appresta ad intervenire sul campo di battaglia.















Cavalieri unni attaccano un villaggio di goti alleati dei romani.




Scontro tra un cavalieri pesanti unno e romano.





domenica 13 giugno 2010

La Battaglia di Adrianopoli , 378 A.D.













Molto è stato scritto sulla battaglia di Adrianopoli , alcuni studiosi vorrebbero far risalire a questa data la vera fine dell'Impero Romano d'Occidente, affermando che l'esercito imperiale non si riprese più da quella sconfitta, fu faticosamente ricostituito con l'introduzione di intere tribù barbare che, per loro tradizione, non vestirono più elmi ed armature difensive, modificando l'esercito anche nel suo aspetto esteriore.
Altri studiosi ipotizzano la sconfitta delle tipiche formazioni di fanteria romane dovute all'introduzione delle staffe nella cavalleria Alana e Gota che avrebbe consentito un vantaggio tecnico enorme ai cavalieri sia leggeri che, soprattutto, pesanti .
Queste congetture, nel tempo si sono rivelate sbagliate, l'esercito romano dell'epoca era reduce da decenni di successi, dal tempo della Tetrarchia in poi, si era sempre imposto sui propri avversari, quasi sempre molto più forti numericamente. Era estremamente differenziato per poter affrontare gli eserciti riccamente equipaggiati dei regni Orientali, come pure le tribù che razziavano nei confini Occidentali. Anche la situazione economica e demografica dei territori imperiali ( soprattutto nella parte Orientale..) era in costante crescita .















Il destino di Roma, in realtà, si stava scrivendo nelle lontane steppe dell'attuale Russia da dove una forte congregazione di varie tribù Unne, stava avanzando ad Ovest assoggettando i popoli che incontrava nel suo cammino come gli Alani e gli Ostrogoti e spingeva intere popolazioni ad ammassarsi ai confini dell'Impero .
Probabilmente, se questo non fosse accaduto, il fenomeno di assorbimento delle popolazioni Germaniche e la loro conversione alla cultura romana sarebbe potuto avvenire gradualmente e pacificamente e l'Impero d'Occidente non sarebbe caduto, ma forse ne avrebbe persino giovato..!



















Comunque quando le masse di profughi si attestarono ai confini, le gerarchie imperiali dettero il peggio di se : permisero il passaggio entro i confini perche non erano in grado di controllare una così grande moltitudine, ma la affamarono a morte, dando loro cibo scadente in cambio di donne e bambini da ridurre in schiavitù, ed in sostanza alimentarono un tale odio che, presto, scoppiò in tumulti, ribellioni e saccheggi dei terreni e ville circostanti . I Goti, poi,  assalendo ed impossessandosi di alcuni presidi militari romani, poterono armarsi ed organizzarsi per intraprendere successive e più vaste scorrerie nei territori interni romani .



Quando l'imperatore dell'Oriente Valente decide di attaccare il nemico senza aspettare il congiungimento con le forze Occidentali dell'imperatore Graziano ( forse perche male informato sulla reale consistenza del nemico o forse per egoistica  gelosia nella condivisione del successo..) i Goti sono asserragliati al centro di un enorme cerchio formato dai carriaggi  che usano nel loro viaggio dall'oriente. Sono come protetti da un forte di legno, la loro cavalleria leggera ( Ostrogoti ) e pesante ( Alani )  è lontana al pascolo .




















I Romani prendono posizione, iniziano lunghe e controverse  trattative sotto il sole estivo, senza un piano prestabilito, gli irruenti comandanti della cavalleria leggera, a destra dello schieramento, cedono alle provocazioni e vanno all'attacco, ma sono facilmente  respinti dal lancio di proiettili della fanteria Gotica .

















Nel frattempo, avvertiti da staffette, la numerosa cavalleria Gotica giunge improvvisa ed attacca il lato sinistro delle file Romane dove la cavalleria catafratta non riesce a mantenere lo schieramento e si disperde.
Una veloce manovra a tenaglia dei cavalieri Goti circonda la fanteria Romana posta centralmente che si ammassa e viene aggredita anche dai fanti che fuoriescono dal cerchio dei carri .





























Circondata da ogni lato, la cavalleria in fuga, le Legioni Romane sono sconfitte e decimate : due terzi dell'esercito e con loro gli ufficiali e comandanti veterani cadono, l'Imperatore Valente e la sua guardia trovano rifugio in un casolare della zona che viene assediato e dato alle fiamme .
La sconfitta è cocente ed inaspettata ma l'Impero ha ancora sufficienti energie per riprendere il controllo della crisi negli anni successivi .










































L'aspetto dei militari Goti in armi e quello dei militari Romani è quasi identico, lo differenziano solo le stoffe delle tuniche, la predilezione dei Goti per gli elmi compositi piuttosto che crestati e l 'uso di paranuca di maglia o la totale rimozione di questi ultimi per far spazio ai lunghi capelli.

Il momento dei disordini che hanno preceduto l'esplosione della rivolta delle tribù Gote ammesse all'interno dei confini imperiali.






 

venerdì 28 maggio 2010

La cavalleria media e leggera romana del IV° sec. A.D.


















Se la tendenza ad allestire truppe di cavalleria pesante ed arcieri a cavallo è sempre più diffusa nel IV° secolo,  la tradizionale cavalleria media, cioè quella simile alle ali auxiliare da secoli presenti negli eserciti romani, resta basilare nel contesto delle tattiche militari.
I cavalli, dotati delle tradizionali selle a quattro corna che trattengono il cavaliere nei propri movimenti in assenza delle staffe, non sono protetti da armatura e perciò più agili. I cavalieri indossano maglie di ferro o corpetti semirigidi  lamellari e portano lo scudo piatto ed ovale. Come i loro predecessori sono dotati di una faretra di giavellotti ma, per la loro solidità,  possono affrontare lo scontro diretto con la spada .














Dalla seconda metà del IV° secolo si diffonde l'uso di una gualdrappa di tessuto e feltro a parziale protezione del corpo del cavallo senza, tuttavia, creargli un particolare impedimento .






























La combinazione di agilità unita alla solidità della cavalleria media ne ha fatto sempre una arma vincente, superata da quella pesante o da quella leggera, solo in determinate e particolari situazioni.



















Pur non brandendo a due mani il lungo "Kontos", la cavalleria media poteva gestire una lancia da urto .











































La cavalleria leggera  era composta sostanzialmente da arcieri e giavellottieri, inizialmente provenienti tutti dalle province Nord Africane ed, in seguito, affiancati da contingenti provenienti dai territori Slavi .















Ma è nelle province Africane che si creano i migliori e più agguerriti contingenti di cavalleria leggera come i " Mauri Feroces".






























Gli arcieri a cavallo ed i giavellottieri, generalmente, danno il via alle battaglie campali con veloci incursioni al fronte nemico seguite da altrettanto veloci ripiegamenti, un poco come usavano fare gli indiani d'America, per creare confusione e disunire il fronte, solo a quel punto poteva, poi, intervenire la cavalleria pesante . 






































Ma l'uso della cavalleria leggera continuava anche nell'inseguimento del nemico in rotta, nelle perlustrazioni, nelle piccole azioni di schermaglia e nel servizio di guardia costeggiando i fiumi che segnavano i tratti di confine del "Limes" Imperiale.






















E' probabile che anche parte della cavalleria media, alleggerita delle corazze, partecipasse a queste diverse attività tattiche proprie di quella leggera .