venerdì 14 maggio 2010

La Battaglia di Ponte Milvio 312 A.D.















Nel III° sec. A.D. le religioni di origine orientale erano diffusissime nel mondo romano, il culto di Mitra lo era in modo particolare e coinvolgeva la gran parte dei militari. Un dio unico dalle misteriose, colte ed affascinanti liturgie che si contrappone alla convivenza di uno sterminato numero di divinità, grandi e piccole, a cui si aggiungeva anche il culto degli antenati.
Al tempo della Tetrarchia l'imperatore Diocleziano promulga come culto ufficiale dell'impero quello del " Sol Invictus" cioè una visione monoteista accentrata nella immagine del Sole. La penetrazione delle  culture orieintali e delle religioni monoteiste spiana la strada al diffondersi di quella Cristiana, che prende piede anche tra gli aristocratici ed i militari sempre più sconcertati e perplessi dalle vicende storiche che stanno vivendo e pieni di dubbi e domande che solo la religione può soddisfare.
Numericamente i Cristiani sono ancora minoranza, ma rispetto ai pagani, sono fermamente convinti e, spesso, anche, fanaticamente, e la loro voce sovrasta le altre.
L'imperatore Costantino comprende meglio di altri questo stato di cose e, alla vigilia di una importante battaglia alle porte di Roma contro il suo rivale Massenzio, prende posizione a loro favore e fa issare sui propri vessilli  la P e la X incrociate ( contrazione del nome di Cristo in greco ) ed i soldati le dipingono sui propri scudi .


Da una parte l'esercito di Costantino, inferiore numericamente, ma composto da veterani di recenti campagne : legionari celtici dalla Britannia e dalle Gallie, Auxiliari germanici e giganti biondi dell'alto Reno nelle cavallerie. Dall'altra i magnifici Pretoriani splendidamente equipaggiati, i soldati di origine Italica, da tempo inoperosi sul campo, gli auxiliari orientali e le feroci e temibili cavallerie Maure.
Quando Massenzio, con una erronea 
decisione d'orgoglio, approntò un ponte di barche per attraversare il fiume nei pressi del Ponte Milvio, demolito per una precedente scelta di difesa entro le mura della città, gli arcieri ed i giavellottieri Mauri si uniranno ai contingenti di Costantino, contribuendo alle sorti dello scontro .






























Incalzati da una carica della cavalleria, il ponte di barche si intasa di soldati che non riescono nemmeno a muoversi, si ammassano, rompono le paratie laterali e cadono nelle acque del fiume, spesso con le loro cavalcature come è ben visibile nei bassorilievi dell'Arco di Costantino che celebra, appunto, questa vittoria

. 

















Cavalieri di Costantino attaccano i pretoriani di Massenzio.










Con la morte di Massenzio caduto nel fiume ed annegato, appesantito dalle sue armi, si conclude lo scontro.
Costantino è padrone del campo e dell'Occidente, la guardia Pretoriana che ha opposto una valida e fedele resistenza, viene sciolta e dispersa. Nuove truppe la sostituiranno come le "Scholae" ed i " Praesentalis".




















 

1 commento: