martedì 18 maggio 2010

La Cavalleria Corazzata Romana - Catafratti e Clibanari

Reparti di cavalleria che adottano come arma la lunga e pesante lancia da brandire a due mani ( Kontos) e perciò senza scudo, sono già apparsi alla fine del II° secolo, ma è nel III° secolo che aumentano sensibilmente di numero, al tempo dell'imperatore Gallieno, nei numerosi contingenti di cavalleria che costituiscono la riserva militare per le frequenti crisi belliche . Accanto alle cavallerie leggere di giavellottieri ed arcieri, si sviluppano reparti pesantemente armati e con cavalli dotati di gualdrappe che li ricoprono per intero ad imitazione dei guerrieri Sarmati e Persiani .


















Questo tipo di cavalleria si espande fortemente al tempo della Tetrarchia ed assorbe una buona parte degli investimenti militari. Questi contingenti sono molto costosi per il loro tipo di attrezzature e vanno a controbilanciare lo scarso equipaggiamento di fanterie, spesso leggere ed adatte principalmente alle schermaglie. Nel IV° secolo, infine, subiscono un ulteriore incremento al tempo degli imperatori Giuliano e Costanzo II° .


Inizialmente questi cavalieri chiamati "Catafratti" cioè letteralmente "protetti da corazza" sono simili ai cavalieri  Sarmati da cui sono stati influenzati : adottano elmi conici a segmenti rivettati, corazze di scaglie e protezioni per i cavalli solo per la prime linee, la loro arma è il kontos .




















Sono efficaci se riescono a caricare in formazione serrata, ma se vengono dispersi, sono facile preda di una azione congiunta di cavalieri e fanti leggeri e veloci.














Un secondo tipo di cavalieri chiamati "Clibanari", un appellativo ironico ( significa stufa..) con il quale i romani dileggiavano la nobile cavalleria persiana rivestita da capo a piedi di complete e magnifiche
armature...sicuramente caldissime sotto il sole delle piane orientali. L'aspetto imponente e di grande forza rappresentativa di queste truppe, le rese presenti accanto all'imperatore nei trionfi e nelle riserve accanto alla sua guardia personale.





































I Clibanari di ispirazione orientale adottavano elmi crestati ornati di cimieri, con il viso spesso protetto da un facciale sagomato o da maglia di ferro. Le armature erano composite di lamelle metalliche e maglia per il corpo e da segmenti circolari, simili a quelli da tempo adottati dai gladiatori, per gli arti. Un piccolo scudo, con i colori del reparto, poteva essere appeso alla spalla sinistra. I cavalli sono sempre ricoperti da una corazzatura totale o, parziale, solamente anteriore.

















Prescindendo dal loro aspetto, che meravigliava le tribù germaniche ed incuteva soggezione di fronte a tanto sfoggio di potenza, la reale efficacia di queste cavallerie non era sempre certa. Di fronte ad un serrato muro di scudi e lance della fanteria anche questa cavalleria era spesso inefficace. La difficoltà di manovrarla come un corpo unico cambiandole direzione lateralmente la rendeva facile preda di manovre a tenaglia da parte di avversari più agili e veloci.





























Tuttavia, in diverse situazioni, costituiva anche un forte deterrente psicologico sulla tenuta del fronte avversario.

5 commenti:

  1. Complimenti, veramente molto interessante.
    Grazie
    Stefano

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Mi devo congratulare per la completezza di informazioni sull'armamento e sull'aquipaggiamento dell'esercito tardo romano,essendo un giocatore di wargame ho in preparazione proprio la battaglia di Adrianopoli ed è interessante capire,per esempio,se la unità di clibanari presenti foss la versione piu "pesante"simile ai catafratti persiani o quella piu "leggera"simile ai cavalieri sarmati

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