Nei fregi dell' Arco di Costantino sono visibili dei cavalieri dalla caratteristica acconciatura a treccine dei capelli che usano archi e frecce. Si tratta della cavalleria leggera Maura, guerrieri nord-africani da sempre esperti arcieri e giavellottieri a cavallo.
L'aspetto particolare dei loro capelli è dato dall'uso di un impiastro di terre rosse che li raccoglie in lunghe treccine e li colora di rosso conferendo loro un aspetto particolarmente aggressivo.
Nei fregi si nota l'uso di infilare alcune frecce in una fascia di tessuto che portano attorno al capo per averle velocemente a portata di mano nei momenti concitati della battaglia. Tale abitudine è riportata anche in testi che fanno riferimento a popolazioni nord-africane di diversi secoli precedenti a conferma della continuità delle tradizioni.
Il cavaliere in figura indossa tunica e pantaloni romani che le grandi Fabbriche di materiale militare fornivano ai reparti , abbiamo supposto il colore bianco per i pantaloni per coerenza con gli abbigliamenti etnici originali.
Oltre ad arco e frecce il cavaliere è munito di leggeri giavellotti ed uno scudo molto piccolo (la dimensione dell'antico "Parma") con le insegne dei "Mauri feroci".
Questi squadroni di cavalleria leggera si rivelarono efficaci e spesso risolutivi in ogni situazione e territorio.
Il crine del cavallo sul muso è raccolto in una piccola coda e pendagli colorati ornano le imbrigliature della sella che non è quella classica a quattro corni ma un modello tradizionale del paese di origine.
L'aspetto particolare dei loro capelli è dato dall'uso di un impiastro di terre rosse che li raccoglie in lunghe treccine e li colora di rosso conferendo loro un aspetto particolarmente aggressivo.
Nei fregi si nota l'uso di infilare alcune frecce in una fascia di tessuto che portano attorno al capo per averle velocemente a portata di mano nei momenti concitati della battaglia. Tale abitudine è riportata anche in testi che fanno riferimento a popolazioni nord-africane di diversi secoli precedenti a conferma della continuità delle tradizioni.
Il cavaliere in figura indossa tunica e pantaloni romani che le grandi Fabbriche di materiale militare fornivano ai reparti , abbiamo supposto il colore bianco per i pantaloni per coerenza con gli abbigliamenti etnici originali.
Oltre ad arco e frecce il cavaliere è munito di leggeri giavellotti ed uno scudo molto piccolo (la dimensione dell'antico "Parma") con le insegne dei "Mauri feroci".
Questi squadroni di cavalleria leggera si rivelarono efficaci e spesso risolutivi in ogni situazione e territorio.
Il crine del cavallo sul muso è raccolto in una piccola coda e pendagli colorati ornano le imbrigliature della sella che non è quella classica a quattro corni ma un modello tradizionale del paese di origine.
Nella ricostruzione di questo particolare del fregio è rappresentato un cavaliere Mauro nel suo abbigliamento tradizionale e con il cavallo senza sella e briglie ma governato, come loro tradizione unicamente da un grosso cordone appeso al collo.
Ricostruzione del particolare di un mosaico che raffigura un arco composito nel momento della sua massima tensione prima dello scoccare della freccia.
La particolare elasticità unita alla robustezza data dalla commistione dei vari materiali (legno, osso, tendine e resine) con cui era magistralmente costruito, conferiva una grande forza di penetrazione e lunga gittata alle frecce . Le dimensioni non eccessive ne consentivano poi l'uso anche a cavallo.
La particolare elasticità unita alla robustezza data dalla commistione dei vari materiali (legno, osso, tendine e resine) con cui era magistralmente costruito, conferiva una grande forza di penetrazione e lunga gittata alle frecce . Le dimensioni non eccessive ne consentivano poi l'uso anche a cavallo.
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